Le balette: 4 secoli di storia del tennis a Jesi
Quando nel 1936, durante i lavori di restauro del pozzo di Palazzo della Signoria, vennero ritrovate 9 palline di cuoio, nessuno immaginò a cosa fossero realmente servite quelle sfere.
Furono riposte come reperti e dimenticate per oltre 60 anni.
Fu un articolo scritto nel 2013 dal più autorevole giornalista della storia del tennis, Gianni Clerici, a illuminare l’allora direttrice della Pinacoteca di Jesi, dott.ssa Loretta Mozzoni, sul vero utilizzo di quegli oggetti trovati qualche anno prima in una scatola e sul loro valore, che apriva nuovi scenari sulla già ricca storia sportiva della città.
Clerici, in quell’articolo, faceva riferimento ad un ritrovamento unico al mondo a Mantova di balette risalenti al ‘600 per il “Giuoco della Rachetta”, in pratica l’antico gioco del tennis.
Ebbene, non ci volle molto a riconoscere delle balette anche nelle sfere di cuoio jesine, più numerose di quelle mantovane e che raccontano di un passato in cui quella pratica sportiva era diffusa in città. Una vocazione che il tempo non ha cancellato e di cui il Club delle Balette - voluto da Gianni e fortemente sostenuto dall’attuale Vice Presidente Carla Saveri - ha raccolto l’eredità. Per spiegare le ragioni della diffusione dell’antico gioco della pallacorda a Jesi il Club ha dato mandato di compiere una specifica ricerca allo storico Marco Droghini, membro dell Deputazione di Storia Patria delle Marche.
Se il tennis sia nato a Jesi è difficile dirlo, certo è stato giocato e si gioca qui da oltre 4 secoli e quella passione è sicuramente rimasta nel DNA degli Jesini, che, da questo sport, possono aspettarsi ancora grandi soddisfazioni.